Dopo aver esplorato in dettaglio Poste mobile, siamo pronti a discutere un nuovo argomento che, speriamo, troverete altrettanto affascinante.

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Anche nel 2021, come già nel 2020, lo Stato Italiano ha riservato ai lavoratori, ai proprietari di imprese ai liberi professionisti e a determinate categorie di lavoratori diversi incentivi e bonus che si possono ottenere, facendo richiesta sugli appositi portali. Naturalmente, quando si decide di inviare richiesta bisogna prima assicurarsi di possedere i requisiti necessari per poter ottenere il bonus.

Tra i vari finanziamenti che sono stati erogati durante il 2021 troviamo il Bonus Smart Working, per tutte le persone che svolgono attività dalla loro abitazione invece che all’interno di un ufficio aziendale. Per i lavoratori in telelavoro, infatti, è stato erogato un bonus di 516€ e la possibilità di acquistare una seduta ergonomica in modo da attenuare eventuali danni causati dal lavoro sedentario.

Perché il Bonus Smart Working

Lo smart working, a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, è diventata una condizione lavorativa molto diffusa tra le aziende italiane. Sicuramente questo ha ridotto per i dipendenti lo stress causato dalla corsa verso l’ufficio, dal traffico e altri fattori. Allo stesso tempo è però aumentata la necessità di avere un luogo adibito alle attività lavorative. È molto importante, infatti, che ogni lavoratore riesca a creare all’interno della sua casa uno spazio da dedicare esclusivamente al lavoro. In questo modo, tramite il Bonus Smart Working i vari professionisti potranno investire dei soldi per creare, all’interno delle proprie abitazioni un “ufficio personale” all’interno del quale lavorare con tutti i comfort necessari.

Grazie al Bonus Smart Working, in tal proposito, moltissime case produttrici di mobilio da ufficio, si stanno mobilitando per produrre scrivanie e mobiletti che possano entrare all’interno degli appartamenti standard, in modo da facilitare gli acquisti per quanto riguarda questo determinato tipo di arredamento.

Cosa è necessario per realizzare un ufficio

Il Bonus Smart Working è stato pensato proprio per dare la possibilità alle persone che lavorano da casa di acquistare il materiale necessario alla realizzazione di un piccolo ufficio domestico. Naturalmente, se si vuole rimanere all’interno del budget di 516€ erogati dallo stato, sarà necessario fare le giuste scelte e avere una lista di priorità sul materiale da acquistare. Il vostro ufficio domestico, per garantirvi il giusto comfort durante l’orario di lavoro dovrà essere munito di:

  • Una sedia ergonomica: la seduta è decisamente importante per il benessere fisico del lavoratore, quindi una sedia ergonomica lo aiuterà a mantenere una corretta postura nell’arco della sua giornata lavorativa;
  • Poggia piedi: insieme alla sedia ergonomica sarà necessario acquistare anche un poggiapiedi, grazie al quale sarà più semplice mantenere la corretta postura della schiena e del bacino. La combinazione di sedia e poggiapiedi sarà di grande aiuto per evitare futuri mal di schiena e problemi lombari;
  • Una scrivania: avere una scrivania non solo aiuterà il professionista in smart working a tenere in ordine tutto il materiale propedeutico al lavoro, ma gli consentirà di avere in casa uno spazio dedicato solo al lavoro. Questo è un ottimo metodo per riuscire a staccarsi dal lavoro, una volta finito l’orario. Avere una scrivania adibita, quindi è molto importante anche a livello psicologico, utilizzare il Bonus Smart Working per l’acquisto di un tavolo da lavoro rappresenterà sicuramente un ottimo investimento.
  • Cassettiera: lavorare in un ambiente ordinato è fondamentale, una cassettiera vi aiuterà a mantenere l’ordine e a catalogare i vostri documenti e materiali.
  • Lampada: soprattutto chi lavora diverse ore al computer e, di conseguenza, sforza parecchio gli occhi, deve necessariamente lavorare con il giusto livello di illuminazione che gli consenta tenere gli occhi più riposati, evitando futuri problemi alla vista.

Come potete vedere, per realizzare un ufficio basta davvero poco e, facendo i giusti acquisti, vi renderete conto che il Bonus Smart Working vi darà un grande aiuto in tal proposito.

I contratti che regolano lo smart working

È importante sapere, però, che perché si possa lavorare con il cosiddetto lavoro agile è necessario seguire un regolamento ben preciso che viene regolato per lo smart working, tramite un contratto tra azienda e dipendente. Ogni contratto è differente, in base all’impresa che lo stipula, ma ci sono delle regole che non si possono prescindere inquanto dettate dalla legge.

Nei prossimi paragrafi vi spiegheremo quali sono le leggi fondamentali che devono essere presenti nel regolamento per lo smart working perché i dipendenti lavorino in sicurezza, come se fossero in ufficio.

Regole che riguardano salute e sicurezza

All’interno del contratto che contiene il regolamento per lo smart working devono essere presenti tutti i riferimenti che riguardano la salute del dipendente e la sua sicurezza, dall’orario di lavoro che non deve superare un totale di ore settimanali, fino alle modalità di gestione delle attività lavorative.

Comunicare l’accordo al ministero del lavoro

Il contratto contenente il regolamento per il telelavoro, deve successivamente essere comunicato al ministero del lavoro, tramite la compilazione di un modulo sull’apposito portale. Le informazioni che verranno richieste all’azienda sono:

  • I dati anagrafici del dipendente e del titolare dell’azienda;
  • Il contratto che regola i rapporti lavorativi;
  • La data di inizio e la durata del periodo di telelavoro, con conseguente scadenza del regolamento per lo smart working;

Diritto alla disconnessione

I lavoratori che si occupano di attività che richiedono il costante utilizzo di computer o laptop devono necessariamente avere a contratto il “diritto alla disconnessione” dai vari dispositivi tecnologici per 15 minuti ogni due ore. Questa clausola deve essere necessariamente scritta all’interno del regolamento per lo smart working.

Orari e limiti giornalieri e settimanali

All’interno del regolamento per lo smart working devono essere indicati gli orari in cui il dipendente deve essere reperibile e questi ultimi devono essere conformi alle norme vigenti, riguardo i limiti massimi di ore settimanali di lavoro approvate dalla legge.

Corsi di formazione

Il lavoratore che opera da casa deve avere riconosciuti, all’interno del regolamento per il telelavoro gli stessi corsi di formazione, volti all’apprendimento di nuove competenze e aggiornamenti di settore, a cui hanno diritto i dipendenti che lavorano all’interno degli uffici.

Polizza per gli infortuni ed eventuali malattie professionali nel regolamento per lo smart working

regolamento per lo smart working

Il regolamento per lo smart working prevede un’intera sezione he riguarda l’assicurazione che l’azienda fornisce al lavoratore per tutelarlo in caso di infortuni, avvenuti durante l’orario di lavoro, ed eventuali malattie professionali per quanto riguarda alcune categorie professionali.

Regole sui controlli a distanza nel regolamento per lo smart working

Anche se il lavoratore in smart working ha maggiore libertà di gestione sulle attività lavorative, può essere comunque soggetto a controlli da remoto da parte del datore di lavoro, o chi per lui. Naturalmente questi controlli devono essere regolamentati tramite il contratto di regolamento per lo smart working, basandosi sulle norme vigenti nello statuto dei lavoratori.

La conversione italiana allo smart working dopo l'arrivo del 4G

Avrete modo di apprendere sia alcuni piccoli trucchetti che vi permetteranno di rimanere concentrati sul lavoro; si di scoprire una lista di gadget economici progettati per farvi stare più confortevoli alla scrivania, senza dolori a gambe e schiena. 

Cosa pensano gli italiani del lavoro da casa?

Davanti a questo nuovo modo di lavorare, gli italiani non hanno tardato a far sentire la propria voce, e le opinioni sono state alquanto discordanti. La fascia d'età che maggiormente si è ritrovata in difficoltà è quella degli ultrasessantenni, generazione che a quanto pare non ha tanta dimestichezza con il computer e la navigazione in rete. Contrariamente i lavoratori dai 20 ai 45 anni d'età si sono detti soddisfatti e meravigliati. Lavorare in Smart working senza la continua supervisione del capo, in un ambiente familiare, permette di eseguire la propria attività in maniera più tranquilla e rilassata, senza pressione costante.

Il problema più riscontrato riguarda invece la gestione degli spazi e della famiglia, sopratutto per chi ha figli ancora piccoli. Quando si è nella propria abitazione si viene tentati dal svolgere faccende di casa, o semplicemente prendersi una piccola casa, diminuendo così notevolmente la propria produttività.

Normativa‌ italiana‌ riguardo lo Smart working per i privati

In‌ Italia‌ si‌ comincia‌ a‌ parlare‌ di‌ ‌smart‌ working‌ e‌ lavoro‌ agile‌ già‌ negli‌ anni‌ ’90,‌ in‌ seguito‌ alle‌ prime‌ ‌applicazioni‌ di‌ questa‌ modalità‌ lavorativa‌ in‌ Olanda.‌ Non‌ si‌ registrò‌ il‌ livello‌ di‌ diffusione‌ atteso‌ per‌ il‌ ‌semplice‌ motivo‌ che‌ l’Italia‌ –‌ e‌ gran‌ parte‌ dell’Europa‌ –‌ era‌ tecnologicamente‌ poco‌ evoluta‌ per‌ sostenere‌ i‌ ‌livelli‌ richiesti.‌ In‌ Italia,‌ le‌ prime‌ aziende‌ a‌ introdurre‌ il‌ concetto‌ di‌ smart‌ working‌ sono‌ state‌ le‌ grandi‌ imprese‌ ‌–‌ principalmente‌ afferenti‌ al‌ settore‌ dell’ICT‌ e‌ delle‌ telecomunicazioni‌ -‌ con‌ oltre‌ 500‌ dipendenti,‌ una‌ realtà‌ ‌dimensionale‌ “piccola”‌ rispetto‌ al‌ tessuto‌ imprenditoriale‌ italiano‌ costituito‌ da‌ PMI‌ da‌ 10‌ a‌ 50‌ dipendenti.‌ È‌ ‌solo‌ con‌ la‌ legge‌ 81/2017‌‌ (del‌ 22‌ maggio)‌ che‌ si‌ sancisce‌ la‌ “nascita”‌ ufficiale‌ e‌ regolamentata‌ a‌ livello‌ ‌politico‌ e‌ istituzionale‌ dello‌ s‌mart‌ working‌.

La‌ normativa‌‌ definisce‌ le‌ condizioni‌ di‌ applicabilità‌ e‌ ‌l’inquadramento‌ del‌ rapporto‌ lavorativo,‌ ma‌ ha‌ trovato‌ un‌ principio‌ di‌ applicazione‌ solo‌ in‌ seguito‌ ‌all’‌evento‌ pandemico‌ mondiale‌‌ –‌ iniziato‌ a‌ dicembre‌ 2019‌ e‌ protrattosi‌ fino‌ ai‌ primi‌ mesi‌ del‌ 2021‌ –‌ vale‌ a‌ ‌dire‌ nel‌ momento‌ in‌ cui‌ l’emergenza‌ sanitaria‌ “costringe”‌ molte‌ imprese‌ e‌ lavoratori‌ ad‌ adottare‌ sistemi‌ di‌ ‌lavoro‌ a‌ distanza,‌ stravolgendo‌ si‌ fatto‌ non‌ solo‌ le‌ dinamiche‌ lavorative,‌ ma‌ anche‌ gli‌ equilibri‌ sociali,‌ i‌ ‌comportamenti‌ e‌ l’interferenza‌ delle‌ attività‌ umane‌ con‌ l’ambiente.‌ ‌La‌ normativa‌ italiana‌ che‌ risulta‌ essere‌ una‌ delle‌ più‌ avanzate‌ e‌ lungimiranti‌ definisce‌ il‌ lavoro‌ in smart‌ working‌ ‌come‌ ‌un‌ rapporto‌ di‌ lavoro‌ subordinato‌ ma‌ con‌ accordo‌ delle‌ parti:‌ il‌ datore‌ e‌ il‌ lavoratore‌ stabiliscono‌ ‌congiuntamente‌ l’organizzazione‌ del‌ lavoro‌ per‌ fasi‌ o‌ cicli‌ e‌ obiettivi‌ senza‌ vincoli‌ di‌ orario‌ e‌ luogo‌ di‌ lavoro.‌ ‌

Il Telelavoro da un punto di vista giuridico

Giuridicamente‌ lo‌ Smart working per i privati ‌in‌ Italia‌ garantisce:‌ ‌

  • Parità‌ di‌ trattamento‌ economico‌ rispetto‌ ai‌ lavoratori‌ in‌ modalità‌ tradizionale;‌ ‌
  • Tutela‌ previdenziale‌ per‌ infortuni‌ e‌ malattie‌ professionali‌ come‌ previsto‌ dalla‌ circolare‌ INAIL‌ n.‌ 48‌ ‌del‌ 2017;‌ ‌
  • Fornitura‌ delle‌ apparecchiature‌ elettroniche‌ e‌ di‌ lavoro‌ necessarie‌ all’adempimento‌ delle‌ attività‌ di‌ ‌lavoro;‌ ‌
  • Definizione‌ dell’accordo‌ sulla‌ durata‌ ed‌ eventuali‌ condizioni‌ di‌ revoca‌ del‌lo Smart working per i privati ‌

Relativamente‌ alle‌ tutele‌ previdenziali‌‌ sul‌ lavoro,‌ INAIL‌ con‌ circolare‌ n.‌ 48‌ del‌ 2017‌ fornisce‌ una‌ serie‌ di‌ ‌istruzioni‌ redatte‌ per‌ il‌ telelavoro,‌ garantendo‌ ai‌ lavoratori‌ a‌ distanza:‌ ‌

  • La‌ copertura‌ assicurativa‌ contro‌ infortuni‌ e‌ malattie‌ professionali‌ che‌ vale‌ anche‌ per‌ i‌ lavoratori‌ ‌agili‌ pur‌ svolgendo‌ l’attività‌ fuori‌ dai‌ consueti‌ locali‌ aziendali‌ o‌ senza‌ postazione‌ fissa;‌ ‌
  • La‌ retribuzione‌ riconosciuta‌ ai‌ lavoratori‌ in‌ ‌smart‌ working‌ è‌ la‌ stessa‌ prevista‌ secondo‌ contratto‌ ‌nazionale‌ per‌ la‌ stessa‌ tipologia‌ di‌ lavoro‌ svolta‌ all’interno‌ dei‌ locali‌ aziendali;‌ ‌
  • L’obbligo‌ del‌ datore‌ di‌ lavoro‌ di‌ comunicare‌ al‌ Ministero‌ del‌ Lavoro‌ la‌ sottoscrizione‌ degli‌ accordi‌ ‌con‌ i‌ propri‌ dipendenti‌ per‌ lo‌ svolgimento‌ di‌ attività‌ in‌ modalità‌ “agile”.‌ ‌

Smart working per i privati ed emergenza sanitaria

L’‌emergenza‌ sanitaria‌‌ ha‌ accelerato‌ l’applicazione‌ massiccia‌ di‌ questa‌ modalità‌ lavorativa,‌ ma‌ ha‌ anche‌ ‌rilevato‌ alcune‌ lacune‌ della‌ normativa‌ che‌ si‌ è‌ cercato‌ di‌ correggere‌ –‌ con‌ necessità‌ di‌ ampliare‌ lo‌ ‌strumento‌ normativo‌ –‌ con‌ il‌ Decreto‌ Legge‌ n.‌ 18‌ del‌ 17‌ marzo‌ 2020,‌ noto‌ anche‌ come‌ Decreto‌ Cura‌ Italia‌ ‌che‌ prevede‌ incentivi‌ per‌ le‌ aziende‌ nell’adottare‌ lo‌ ‌smart‌ working‌ preferibilmente‌ per‌ i‌ lavori‌ che‌ lo‌ ‌consentono‌ e‌ di‌ aprire‌ anche‌ ad‌ altre‌ tipologie‌ lavorative‌ l’applicabilità‌ dello smart‌ working‌.‌ ‌Il‌ lavoro‌ agile‌ in‌ Italia‌ e‌ all’estero‌ ‌Il‌ quadro‌ normativo‌ europeo‌ prevede‌ da‌ tempo‌ l’applicazione‌ dello‌ ‌smart‌ working‌ –‌ inizialmente‌ –‌ per‌ ‌agevolare‌ la‌ sincronia‌ tra‌ lavoro‌ e‌ vita‌ privata,‌ migliorare‌ le‌ condizioni‌ di‌ benessere‌ psico-fisico,‌ cura‌ ‌ambientale‌ e‌ riduzione‌ del‌ traffico‌ terrestre.‌ Ogni‌ paese‌ adotta‌ “nomi”‌ diversi‌ per‌ definire‌ un‌ metodo‌ di‌ ‌lavoro‌ più‌ “elastico”,‌ ma‌ alla‌ base‌ vigono‌ i‌ principi‌ di‌ flessibilità‌ e‌ responsabilità‌.‌ Ben‌ prima‌ dell’emergenza‌ ‌sanitaria,‌ alcuni‌ paesi‌ europei‌ avevano‌ adottate‌ politiche‌ del‌ lavoro‌ flessibile‌ molto‌ avanzate.‌

smart working

‌I‌ dati‌ Eurostat‌ ‌evidenziano‌ come‌ i‌ lavoratori‌ dipendenti‌ che‌ lavorano‌ in smart working sono‌ il‌ 5,5%‌ degli‌ occupati‌ e‌ che‌ i‌ paesi‌ più‌ ‌“virtuosi”‌ sono‌ la‌ Finlandia,‌ i‌ Paesi‌ Bassi‌ e‌ il‌ Lussemburgo,‌ dove‌ la‌ percentuale‌ dei‌ lavoratori‌ flessibili‌ oscilla‌ ‌tra‌ il‌ 10%‌ i‌ 14%‌ della‌ popolazione‌ occupata,‌ vale‌ a‌ dire‌ il‌ doppio‌ della‌ media‌ europea,‌ mentre‌ l’Italia‌ –‌ pur‌ ‌essendo‌ dotata‌ degli‌ strumenti‌ normativi‌ adeguati‌ –‌ rileva‌ una‌ percentuale‌ del‌ 3,6%‌ di‌ lavoratori‌ in “smart working”,‌ ‌ben‌ sotto‌ la‌ media‌ europea.‌ I‌ paesi‌ europei‌ che‌ applicano‌ con‌ maggior‌ successo‌ la‌ modalità‌ di‌ lavoro‌ a‌ ‌distanza‌ o‌ agile‌ hanno‌ anche‌ applicato‌ normative‌ interessanti‌ da‌ sviluppare‌ come‌ buone‌ pratiche‌‌ anche‌ ‌altrove.‌ La‌ Finlandia‌,‌ per‌ esempio,‌ offre‌ a‌ tutti‌ i‌ lavoratori‌ la‌ possibilità‌ di‌ svolgere‌ almeno‌ il‌ 50%‌ del‌ lavoro‌ ‌in‌ modalità‌ “smart working”‌ gestendo‌ autonomamente‌ il‌ tempo‌ e‌ l’orario‌ di‌ lavoro.‌

La‌ Gran‌ Bretagna‌‌ è‌ stato‌ il‌ ‌primo‌ paese‌ europeo‌ a‌ introdurre‌ una‌ legge‌ specifica‌ nel‌ 2014‌,‌ la‌ Flexible‌ Working‌ Regulation‌,‌ la‌ quale‌ ‌prevede‌ per‌ i‌ lavoratori‌ che‌ hanno‌ un’‌ “anzianità”‌ di‌ servizio‌ pari‌ o‌ superiore‌ a‌ 26‌ settimane‌ il‌ diritto‌ di‌ ‌richiedere‌ forme‌ flessibili‌ di‌ esecuzione‌ del‌ lavoro.‌ Il‌ datore‌ di‌ lavoro‌ può‌ rifiutare‌ la‌ richiesta‌ solo‌ in‌ ‌presenza‌ di‌ fondate‌ motivazioni.‌ La‌ flessibilità‌ può‌ riguardare‌ l’adozione‌ del‌ job‌ sharing‌,‌ del‌ part‌ time,‌ del‌lo smart working,‌ o‌ l’opzione‌ di‌ applicare‌ la‌ s‌ettimana‌ compressa‌‌ o‌ orari‌ individuali‌ flessibili.‌ Sul‌ modello‌ ‌britannico‌ si‌ è‌ adeguata‌ la‌ normativa‌ dei‌ Paesi‌ Bassi‌ con‌ il‌ Flexible‌ Working‌ Act‌ del‌ 2016.‌ La‌ Francia‌‌ ha‌ ‌adottato‌ una‌ serie‌ di‌ decreti‌ culminati‌ nella‌ riforma‌ unica‌ della‌ Loi‌ du‌ Travail‌ del‌ 31‌ agosto‌ 2017‌.‌ L’adozione‌ ‌del‌ telelavoro‌ non‌ comporta‌ più‌ modifiche‌ del‌ contratto‌ di‌ lavoro,‌ ma‌ prevede‌ un‌ semplice‌ accordo‌ verbale‌ ‌o‌ scritto‌ tra‌ datore‌ e‌ dipendente,‌ vengono‌ garantite‌ le‌ tutele‌ previdenziali‌ e‌ introduce‌ il‌ concetto‌ di‌ diritto‌ ‌alla‌ disconnessione‌.‌ La Germania‌,‌ infine,‌ ha‌ elaborato‌ sul‌ modello‌ del‌ piano‌ nazionale‌ Industrie‌ 4.0‌,‌ il‌ ‌documento‌ Arbeiten‌ 4.0‌‌ (Lavoro‌ 4.0)‌ in‌ cui‌ si‌ consiglia‌ l’adozione‌ di‌ modelli‌ di‌ lavoro‌ flessibili‌ integrati‌ alla‌ ‌trasformazione‌ digitale‌ del‌ mercato‌ del‌ lavoro.‌ ‌

Smart working per i privati: Come gestire correttamente alcune tipologie di lavoro

Come vi abbiamo già accennato in precedenza, gestire lo smart working può rivelarsi un'impresa molto difficile, le tentazioni sono dietro l'angolo e basta un piccolo pisolino per dimenticarsi di tutto il lavoro che ci aspetta sullo schermo. A questo punto la cosa più vantaggiosa da fare è crearsi un orario delle attività da seguire, in ordine di importanza e tempo. Così facendo saremo costretti a seguire una precisa tabella di marcia, e non potremo rimanere indietro neanche un minuto. Un altro accorgimento riguarda i social network, ai quali siamo costantemente collegati h24. Quando iniziate il vostro turno di lavoro disattivate completamente le notifiche di ogni applicazione, e mettete anche il cellulare in modalità silenziosa.

Qualsiasi tweet o post di facebook vi arrivi, avrete tutto il tempo per vederlo appena avrete concluso la vostra attività, adesso non bisogna perdere la concentrazione. E' altresì molto importante sapersi regolare e rendere conto di quando il proprio corpo necessita una piccola pausa; vi sconsigliamo di operare il lavoro in smart working in maniera continuata senza alcun break, oltre ad essere controproducente e anche molto dannoso per la salute. Nei minuti di intervallo che avete a disposizione potete idratarvi, fare uno spuntino, o semplicemente sgranchirvi un po' le gambe. Ricordate di non passare mai più di due ore di seguito seduti, altrimenti a fine giornata avrete dolori in tutto il corpo. Per gli occhi vi consigliamo invece gli occhiali filtranti della luce blu, capaci di proteggere la vostra vista da tutte le luci dannose emesse dallo schermo del computer.

Scopriamo di più sul bonus PC

A causa della pandemia provocata dal COVID-19 c'è stato un grosso cambiamento di abitudini della popolazione dovuto all' aumento dello smart working e della didattica distanza. Queste due nuove pratiche hanno fatto in modo che tablet e computer siano strumenti ancor più necessari per gli italiani.

Quindi, il Governo, per pareggiare la situazione digitale in Italia ha stanziato una serie di fondi per sostenere sia le imprese che le famiglie nell'acquisto di questi dispositivi e per attivare una connessione più veloce: il Bonus Pc.

Il Bonus PC, gestito dal MISE, è un contributo che prevede sino a 500 euro per comprare servizi internet e dispositivi elettronici ed è diretto alle famiglie meno abbienti. Inoltre, è previsto anche un contributo diretto alla digitalizzazione delle imprese con diversi importi.

Il contributo, sotto forma di rimborso, verrà erogato mediante un sistema di voucher. Diversamente da quanto sembrava in principio non si tratterà di buoni da dare al negoziante dietro l’acquisto del dispositivo scelto ma ci si dovrà rivolgere ad un operatore telefonico accreditato su Infratel Italia, la società del MISE che si occupa di gestire l’incentivo.

Il Bonus computer verrà attribuito sino ad esaurimento, quindi, si aggiudicherà il bonus chi lo richiederà per primo.

Chi può presentare domanda?

Chi si può intendere come beneficiario del bonus PC? Il Bonus Pc potrà essere richiesto dalle famiglie e dalle aziende con modalità e valori diverse.

Per quanto concerne il Bonus Pc per le famiglie, esso prevede un contributo che ammonta ad un massimo di 500 euro e potrà essere richiesto dalle famiglie con questi parametri:

  • Il reddito ISEE minore di 20.000 euro dà diritto sino a 500 euro di Bonus Pc per attivare connessioni veloci e comprare pc e tablet;
  • Il reddito ISEE sino a 50.000 euro dà diritto ad un Bonus di 200 euro per attivare connessioni veloci di 30 Mbps almeno.

La prima categoria avrà la precedenza rispetto alle seconde nella fase in cui verranno erogati i contributi.

Per avere accesso al Bonus Pc le famiglie non devono possedere connessioni ad Internet o queste devono essere inferiori dei 30 Mbps.

Si può avere un solo contributo per ogni famiglia presente nella stessa unità abitativa e non si può usufruire del Bonus Pc solamente per l’acquisto del dispositivo senza attivare un servizio di connettività.

Il bonus Pc, oltre ai nuclei familiari si occuperà anche della digitalizzazione delle imprese stanziando degli importi che vanno da 500 euro sino a 2.000 euro e che sarà strutturato in tal modo:

  • da 500 euro per la connessione pari ad almeno 30 Mbps.
  • da 2.000 euro per la connessione sino ad 1 Gbits (ovvero con la fibra).

Spieghiamone il funzionamento del Bonus PC

Bonus Pc

Le famiglie, per ottenere i contributi previsti dal Bonus Pc, si dovranno rivolgere, come detto, ad un operatore telefonico per valutare quali sono le proposte e fare la relativa richiesta per i servizi di proprio interesse.

In seguito, sarà lo stesso operatore ad applicare il giusto sconto sul costo di attivazione oppure sul canone e a fornire il Router necessario per navigare e, infine, il dispositivo scelto dal cliente.

Diversamente dagli altri bonus che ha previsto il governo, nel caso del bonus Pc, chi lo richiede non dovrei farlo mediante lo SPID ma si dovrà rivolgere al provider del servizio con un'autocertificazione del proprio ISEE.

Che tempistiche ci sono?

La prima fase che è dedicata alle famiglie che hanno un ISEE più basso di 20.000 euro è partita lo scorso lunedì 9 novembre 2020.

Invece per quanto riguarda la seconda fase destinata alle imprese ed è i nuclei familiari con l’ISEE pari a 50.000 euro, il Bonus Pc sarà rilasciato entro il mese di febbraio del prossimo anno.

Per quanto riguarda i contributi, a disposizione delle imprese ci sono ben 515,8 milioni con cifre sino a 2.000 euro se si sottoscrive o si richiede l'avanzamento di contratto.

Per quanto riguarda le famiglie, dopo una lunga discussione che riguardava il tetto dei 50.000 euro, in ultima istanza si è deciso che rimanesse tale solamente nei primi tre mesi, con la riserva di eliminare totalmente il limite qualora la misura non funzioni.

A chi spettava il Bonus Tecnologia 2020/2021

I bonus erogati dallo stato, prevedono dei requisiti specifici e sono mirati al consumo di beni scelti in base alle esigenze comuni degli italiani. Tra questi c’è il bonus tecnologia 2020/2021, il cui scopo è quello di aiutare i cittadini e invogliarli all’acquisto di computer, tablet o altri dispositivi elettronici, che potrebbero aiutarli nel lavoro o nella vita di tutti i giorni (anche in caso di Smart Working).

L’obiettivo di questo bonus è anche quello di aiutare le case produttrici di questi dispositivi nella vendita di questi dispositivi, che in assenza del bonus tecnologia 2020, sarebbero rimasti sugli scaffali dei loro negozi.

Oltre a quelli elencati, tra gli obiettivi delineati da questo bonus tecnologia vi rientra anche una maggiore diffusione della banda larga nel nostro Paese ed in particolare nelle regioni del Meridione, aree in cui il livello di connessione digitale risulta ancora relativamente basso. Da qui una spinta da parte del Governo a favorire, da un lato, l'acquisto di computer o dispositivi elettronici per diverse famiglie, e, dall'altro, la stipula per queste ultime di contratti vantaggiosi con le principali societá di telefonia per ottenere una connessione internet veloce.

Ricordiamo, inoltre, che l'Unione Europea ha tra i suoi obiettivi di medio e lungo periodo una maggiore e più capillare diffusione delle tecnologie informatiche e digitali nei suoi Paesi membri, al fine di ridurre le lacune di molte famiglie europee per quanto riguarda le conoscenze digitali appunto. Questo per ottenere essenzialmente due scopi finali: migliorare le competenze dei singoli cittadini per favorirne l'occupazione, ma anche per accrescere la competitivitá generale dell'Europa in confronto alle sfide offerte da altri Paesi e sistemi economici, quali Usa e Cina.

Tornando al bonus tecnologia, esso, come vedremo, non è disponibile per tutti, ma soltanto per nuclei familiari svantaggiati economicamente e quindi con redditi relativamente bassi e per quei soggetti che, a casa o a lavoro, presentino connessioni limitate. La somma complessiva erogata potrá essere utilizzata sia per acquistare un dispositivo elettronico in qualsiasi negozio o rivendita di elettrodomestici e sia per stipulare contratti con societá di telefonia, per l'uso di una linea internet per casa o ufficio.

Ovviamente, perché si possa beneficiare di questo incentivo è necessario rientrare in determinati parametri decisi dallo stato, andiamo a vedere quali sono.

Come vi accennavamo nel paragrafo precedente prima di richiedere il Bonus Tecnologia 2020 è necessario verificare di rispettare a pieno i requisiti che ne consentono l’erogazione. Vediamo quali sono:

  • Le famiglie che beneficeranno del bonus dovranno avere un’ISEE inferiore o uguale ai 20.000 euro annui;
  • Persone prive di una connessione ad Internet;
  • Persone che abbiano in casa o in ufficio una connessione con velocità minore ai 30 Mbit al secondo;
  • Persone che abbiano una connessione predisposta ad essere portata alla velocità di 1 Gbp al secondo.

Se rientrate rispettate tutti i requisiti sopracitati, allora potrete richiedere il bonus tecnologia 2020.

Chi non può richiedere questo bonus

Al contrario le persone che rientrano nei parametri che andremo a descrivere nelle prossime righe, non potranno beneficiare del bonus e quindi non potranno richiederlo:

  • Persone o nuclei familiari con un’ISEE superiore a 20.000€;
  • Persone o nuclei familiari che sono già in possesso di una connessione superiore ai 30 Mbps;
  • Persone o nuclei familiari in possesso di connessione in FTTC o superiori.

Se le vostre attuali condizioni economiche sono quelle descritte qui sopra non potrete richiedere il bonus tecnologia 2020, in quanto non disponete dei requisiti minimi necessari per beneficiarne.

A quanto ammonta il Bonus Tecnologia 2020/2021

bonus tecnologia 2020 2

L’importo che riceverete dopo aver effettuato la richiesta del bonus tecnologia 2020/2021 ha un valore massimo di 500€. Questo incentivo viene erogato sottoforma di sconto quando si decide di acquistare un dispositivo appartenente alla categoria “Tecnologia” che potrà essere un PC, un tablet e così via, insomma, un dispositivo che possa usufruire della connessione internet che avete a disposizione. Lo sconto in questione sarà applicato direttamente sul costo in negozio del bene che decidete di comprare e come vi abbiamo già spiegato, avrà un valore massimo di 500€.

Questo vuol dire che potete dilazionare il bonus su più acquisti, finché non raggiungerete il valore massimo, messo a disposizione. Nel momento in cui arriverete alla soglia, tornerete ad acquistare i vostri dispositivi tecnologici al costo di mercato.

Come richiedere l’incentivo

Per richiedere il bonus tecnologia 2020/2021, dovrete fare richiesta ad un apposito operatore, il quale avrà il compito di verificare il vostro indicatore ISEE e la vostra attuale connessione. Se questo ente, detto certificante, reputerà i vostri requisiti idonei alla richiesta del bonus, potrete beneficiare dell’incentivo in questione per i prossimi acquisti, fino al raggiungimento della soglia di 500€.

Per quanto riguarda le societá di telefonia, i singoli operatori hanno predisposto offerte specifiche per ottemperare al bonus tecnologia e favorire la sottoscrizione di contratti per nuove o migliori linee internet a banda larga. Tra le compagnie, figurano la Tim e la WindTre, che offrono promozioni particolari a chi sceglierá i loro servizi. Considerato il successo riscontrato da questa iniziativa, si prevede che essa possa continuare anche in futuro, sia pure sotto forma di altri incentivi o promozioni.

Come ricevere il Bonus tecnologia 2022

Il bonus tecnologia è stato erogato anche per l’anno 2022, come aiuto governativo per tutte quelle fasce che gravano in condizioni svantaggiate. Il bonus tecnologia può essere esercitato in diversi fattori: mobilità, tv e decoder, case e appartamenti ed elettrodomestici. Per quanto riguarda la mobilità, il bonus si focalizza sulla mobilità sostenibile. Il governo italiano ha infatti ideato diversi sussidi pensati appositamente per supportare i cittadini durante l’acquisto di veicoli che possano essere definiti come tecnologicamente all’avanguardia. La finalità di questo bonus è rendere le moto e le auto più green possibile, specie per diminuire i livelli di inquinamento centrando gli scopi fissati in Europa in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030. Il bonus tecnologia 2022 si estende anche per gli appartamenti a cui si vuole dare un profilo più green: tanti sono agevolazioni finalizzate alle ristrutturazioni in ambito tecnologico e agli appartamenti. Esistono infatti diversi incentivi fiscali, che si muovono dal 50 fino al 110 %, per azioni di aggiornamenti in ambito tecnologico di tanti edifici. La finalità è ottimizzare la distribuzione impropria di fonti energetiche e calore. Da menzionare sono: il bonus verde, il superbonus 110%, il bonus ristrutturazione, il sismabonus e il bonus facciate.

Oltre alle abitazioni però, anche gli elettrodomestici vengono coinvolti: l’acquisto di nuove televisioni e decoder è previsto. In tutto il territorio italiani sta infatti entrando in attività la nuovissima tv digitale, ovvero una modalità innovativa della trasmissione dei canali. Purtroppo diversi apparecchi non sono adeguati alla lettura del nuovo sistema di trasmissione, motivo per cui il bonus è stato istituito con l’obiettivo di consentire a tutti i cittadini una fruizione di ultima generazione. Gli incentivi per questo ambito sono finalizzati al decoder per famiglie il cui isee è fino ai 20mila euro e il bonus rottamazione tv, accessibile per tutti. Infine il bonus si estende agli elettrodomestici: il bonus consiste in una sottrazione economica sui 730 del 50% del totale delle spese affrontate.

FAQ

Cos'è lo smart working?

Lo smart working, noto anche come lavoro flessibile o telelavoro, è una modalità di lavoro che permette ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni al di fuori dell'ufficio tradizionale, solitamente da casa, utilizzando tecnologie digitali per rimanere connessi con colleghi e superiori. Lo smart working offre una maggiore flessibilità in termini di orari e luogo di lavoro, e può aiutare a bilanciare meglio le esigenze professionali e personali.

Quali strumenti tecnologici sono necessari per lo smart working?

Gli strumenti tecnologici sono fondamentali per lo smart working. Un computer portatile o desktop, un accesso stabile a Internet, e un posto tranquillo per lavorare sono essenziali. Altre importanti risorse tecnologiche possono includere software di videoconferenza come Zoom o Microsoft Teams, strumenti di collaborazione online come Google Drive o Microsoft 365, e sistemi di gestione del lavoro o dei progetti come Trello o Asana.

Quali competenze sono necessarie per lo smart working?

Lo smart working richiede una serie di competenze tra cui l'auto-organizzazione, la gestione del tempo, la capacità di lavorare in modo autonomo e la disciplina. La conoscenza delle tecnologie digitali è altresì essenziale, così come le competenze di comunicazione efficace, dato che molte interazioni avvengono tramite email, chat o videochiamate. È importante anche essere in grado di stabilire dei confini tra la vita lavorativa e quella personale, per mantenere un equilibrio sano.

Come posso impostare il mio spazio di lavoro per lo smart working?

Creare un ambiente di lavoro adeguato è fondamentale per lo smart working. Se possibile, dedica una stanza o un'area della tua casa al lavoro, in modo da separare fisicamente lo spazio lavorativo da quello di relax. Assicurati che lo spazio sia ben illuminato, confortevole e silenzioso. Un buon tavolo, una sedia ergonomica e un computer con accesso a Internet sono fondamentali. Se possibile, potrebbe essere utile anche avere una webcam e un microfono di buona qualità per le videoconferenze.

Cosa posso fare per mantenere una buona comunicazione con i miei colleghi durante lo smart working?

Mantenere una comunicazione efficace è fondamentale quando si lavora in modalità smart working. Utilizza strumenti di comunicazione digitale come email, chat, videoconferenze per rimanere in contatto con i tuoi colleghi. Partecipa attivamente alle riunioni virtuali, condividi regolarmente aggiornamenti sul tuo lavoro e fai domande quando necessario. Ricorda anche di rispettare le "regole di etichetta" della comunicazione digitale, ad esempio rispondendo in modo tempestivo ai messaggi e mantenendo un tono professionale.

Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog Redazione di ElaMedia.